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Castori, un record da applausi

Castorismo, castorizzare. Non sono termini entrati nei radar dell’Accademia della Crusca e poi aggiunti al vocabolario della lingua italiana ma senza dubbio sono lemmi che reggono bene i capitoli del grande libro del calcio italiano dedicati a un allenatore solido, duro ma giusto, appassionato, intenso come la sua faccia squadrata, capace di scrivere pagine di storia concreta: Fabrizio Castori. 

Ieri, nel pregara di Sudtirol-Bari, il tecnico marchigiano, classe 1954, ora a Bolzano, ha ricevuto una targa “Per il record di panchine in Serie B. Un traguardo che racconta una lunga storia di calcio e di passione”.  Il riconoscimento, consegnato da Enrico Franchi, Responsabile competizioni della Lega Serie B, in rappresentanza del presidente Bedin, suggella le 598 presenze di Castori nel torneo cadetto, in una carriera da professionista, iniziata trenta anni fa, arrivata a quota 952 partite. 

In realtà Castori, partito dalla Prima Categoria Dilettanti (Grottese, 1987/88) e arrivato in serie A (Carpi e Salernitana) corre verso le 1300 panchine complessive nei diversi campionati. La svolta a Lanciano, nel 2000. E’ lì, in C2, nell’ambiente esaltato dalla sua filosofia vincente ispirata al proprio carattere per niente modaiolo, che nasce il termine castorismo. Che ancora risuona. E anche l’Aiac applaude.


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